La psicologia di una dieta

Dopo quasi un anno di dieta sglutinata, la settimana scorsa mi sono pesato! Per la prima volta ho visto un numero (93) che mi ha spaventato. Mangio come sempre, faccio lo stesso sport di sempre (ovvero nessuno) eppure ho messo su 15 kg senza nemmeno accorgermene... Sono sicuro di sapere chi è il colpevole! No, non il maggiordomo: la dieta GF! Essendo l'unica variabile cambiata nell'equazione della mia esistenza, non ci sono alternative!
Il caso ha voluto che il medesimo giorno dovessi andare alla "Dispensa senza glutine" per la mia solita spesa e, con questo tarlo in testa, oltre a prendere alimenti dietically correct ho chiesto loro se conoscevano qualcuno specializzato in diete per celiaci.
Mi hanno dato un numero di cellulare e un nome, Francesca. L'ho chiamata e oggi l'ho incontrata.
Dopo un'approfondita anamnesi (anni di dottor house mi consentono di usare qualche parolone) sulle malattie/disturbi famigliari, abbiamo iniziato un interessantissimo discorso sul leggere quello che c'è scritto sulle confezioni dei prodotti di quello che compriamo. La prima cosa che abbiamo guardato, ovviamente, sono i valori nutrizionali medi. Pensavo ci concentrassimo sulle calorie dei prodotti e invece l'attenzione è stata fatta ricadere sulla percentuale di zucchero contenuta. Tantissimi cibi industriali, infatti, contengono quantità spropositate di zuccheri! Fin qui tutto normale, tutti sappiamo che troppo zucchero fa ingrassare, giusto? Poi ci siamo messi a leggere gli ingredienti (in particolare avevamo in mano una confezione di cereali per la colazione) e tra gli altri abbiamo trovato oli vegetali... Qualcuno sa dirmi cosa c'entrano degli oli vegetali con i cereali? E, soprattutto, cosa sono gli oli vegetali???? Bè io prima di questa sera mai mi ero sognato di pormi questo problema.
Siamo poi entrati nella parte che ho trovato VERAMENTE interessante e, oserei dire, ILLUMINANTE. È risaputo che l'organo che ci comanda è il cervello, ma che questo ci possa aiutare a perdere peso... Come??? Bè l'idea è quella di prestare attenzione alle sensazioni che proviamo mentre mangiamo, ai segnali che il nostro stomaco ci manda. Ovvero se a tre quarti di un bel piatto di spaghetti al pomodoro ci accorgiamo di non avere più il senso tipico di appetito (tipo brontolio allo stomaco, acquolina in bocca ecc...) perché mangiare le ultime forchettate? Sarebbe come dire se stiamo facendo benzina alla nostra auto e il serbatoio è pieno mettendo 23,7 litri è inutile spruzzare sui sedili i rimanenti 0,3 litri per arrivare a fare cifra tonda! Alla nostra macchina non servono!
Inoltre il nostro cervello ci può aiutare ad ingannare lo stomaco. Infatti secondo degli studi è provato che il nostro cervello calcola che per essere sazi occorre consumare un pasto per circa 20'. È quindi facile imbrogliare lo stomaco, mangiandoci della verdura o della frutta prima dei pasti.
Per aiutarmi a ragionare meglio sulle sensazioni che ho mentre mangio, terrò, come mi ha consigliato Francesca, un diario. Annotandole e poi rileggendo quanto ho scritto in un secondo momento, potrò imparare meglio a riconoscere le sensazioni provate e a leggere i segnali che il mio corpo mi manda.
Certo bisogna anche bilanciare la dieta, alternando primo e secondo a pranzo e a cena invece di consumarli insieme durante lo stesso pasto, e sicuramente non dovete accontentarvi di soluzioni che trovate su internet e affidarvi ciecamente a queste, l'incontro con uno specialista che possa effettuare una visita mirata su ognuno di noi è fondamentale... Se qualcuno di voi ha il mio stesso problema e vorrebbe, come me essere aiutato, può contattarmi privatamente; girerò le vostre mail direttamente a Francesca che vi contatterà e verrà in vostro soccorso.
Per concludere devo confessarvi che ho scoperto che la colpevole non è la dieta sglutinata ma sono i villi intestinali. Hanno finito di fare le ferie e sono tornati per fare il loro lavoro: assimilare ciò che mangio!